"El Comunicador", "Transmutación orgánica" y "Vuelo de la Esperanza"
     Rivismo
 
     Ramón
Rivas
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Commento omaggio
                                                                         Victoria Dragone            
Il Rivismo di Ramòn Rivas è un codice meccanicistico
in cui  i tesori culturali e  scientifici 
dell’umanità sono  stati
accomunati in “pillole” di forme geometriche reali e surreali,   una 
tessitura di arte surrealista in cui predominano  intensi collegamenti, in un horror vacui
da  interpretare.    
I messaggi sono multipli e complessi; abbinamenti lineari
o apparentemente caotici formano 
immagini di ingranaggi   di
orologeria  o di strutture meccaniche con
una loro simmetria, un equilibrio 
funzionale  che allude alla
interdipendenza e alla funzionalità di organismi perfetti come nella natura
stessa.
L’essere  è  un   Comunicador concepito come un uomo vitruviano
moderno collocato tra la terra e il cosmo, in una forma  concava semiovale, con i piedi appoggiati
sulla  curvatura della terra e circondato
da elementi di simbologia universale.  La
sagoma è allegorica: un corpo nudo, con parti anatomiche in evidenza, termina  nella parte superiore in una lira geometrica
simbolo di rigidità  dell’anima. La testa
 è 
animalesca, di caprone, bellezza e malvagità, dalla quale spuntano antenne
da insetto, radar con bolle di informazioni, accennando  alla demonica  conversione alla tecnicizzazione; dalle spalle
si aprono ali di forma lanceolata, lamelle che hanno  aggressività di spade in agguato.
Le composizioni di Rivas hanno un tono di  freddezza di acciaio,  geometrie  aguzze, grigie, che brillano come armi da
taglio ma con una precisa  simmetria e un
 equilibrio  di perfetta parità materica;  dominano 
il cubo, il cerchio, la sfera,  grappoli   stellati  come corna pungenti. L’impatto cromatico è esaltato  dagli elementi  figurativi che impreziosiscono e riscaldano
l’atmosfera metallizzata: una pupilla di 
splendido azzurro,  un gigantesco
coleottero di un rosso cangiante, le 
lancette di un orologio, gli uccellini stilizzati, i cerchi concentrici
di un blu brillante  per un volto terrorizzato,
stravolto da un  grido  che lascia intravedere  nell’abisso della gola una sfidante   lingua
gialla. 
Finestre aperte verso voli cosmici, paesaggi di multipli
ingranaggi stretti tra grosse radici-arterie, occhi di insetti  sorpresi in maniera destrutturata ma di
numeri pari per suggerire la perfezione della ricomposizione,  ruote dentate, frecce  che puntano verso una forma irregolare,  mutazioni organiche dell’uovo cellula, lacci,
carrucole, placche metalliche, formule matematiche, simboli essenziali segnati  sulla materia. 
Un ricco arsenale di immagini che possono essere
inquadrate  in una chiave di lettura con
due interpretazioni che si incontrano e convergono: spirali, ragnatele e sfere  che per la loro natura  mantengono  la ritmicità  e  l’equilibrio;
poi  conchiglie e soggetti antropomorfi e
zoomorfi, (volti umani, pesci-uccello) con simmetrie divise,  uguali,  somiglianti, “ frattali”   in successione di Fibonacci, espressioni  numeriche 
uguali e  ripetibili  che concludono  l’idea di ordine e progettazione per niente
casuali.
 Voglio
soffermarmi sul quadro Esperienza di
abitare il cosmo, una specie di matriosca in cui l’uomo sembra subire  dei limiti spaziali inquadrato nella “
scatola” del suo universo tra i muri 
metallici del cosmo che lo circonda,  una clausura in cui resta immobile e
impacciato,  una condanna all’isolamento
che sottintende le  illimitate forze
della  tecnologia.
Nel quadro Colombe
della speranza,  sul corpo e sulle
ali dei volatili sono   segnate   simbolicamente  le conquiste della mente umana in  un  volo
 inserito 
in    compatte e ordinate righe sul fondo blu del
cielo.  
Ramòn Rivas,  iniziatore del movimento artistico  Rivismo  propone 
un  atto creativo  che 
“rivede” con consapevolezza i meccanismi di sviluppo del genio umano,
nel rispetto di un ordine prestabilito dal codice genetico   delle cose, come assemblaggi riordinati  secondo un determinismo  intrinseco alla  materia animata o inanimata.
Victoria Dragone / Giugno 2019
Pubblicazione autorizzata in questo Blog dall'autore del testo.
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